IL CHIEF RESTRUCTURING OFFICER ? RIVESTE IL RUOLO DI DIRETTORE D’ORCHESTRA

Dall'entrata in vigore del Codice della Crisi d'impresa e dell'Insolvenza (CCII) nel luglio 2022, la Composizione Negoziata della Crisi (CNC) ha registrato un crescente utilizzo,
con 1.860 adesioni complessive a ottobre 2024 e un incremento del 57% di istanze nei primi nove mesi del 2024 rispetto al 2023.
Tale aumento, se da un lato conferma l'efficacia dello strumento, dall' altro evidenzia la crescente difficoltà del settore industriale italiano, in particolare nel Nord Italia, Lombardia in testa, prima regione per numero di procedure attivate. I settori più coinvolti sono il manifatturiero, il commercio e le costruzioni.
In questo contesto, accanto alla figura dell'esperto nominato dalla Camera di Commercio per favorire il dialogo tra le par ti, si è affermato il ruolo centrale del Chief Restructuring Officer (CRO).
Si tratta di un professionista terzo indipendente, con specifiche competenze in operazioni di ristrutturazioni e turnaround, a cui compete il monitoraggio ed il coordinamento dell'intera struttura dell'operazione.
Nato nei mercati anglosassoni e diffuso da oltre vent'anni negli Usa e nel Regno Unito, il CRO è divenuto sempre più presente anche in Italia, pur restando appannaggio di un ristretto numero di professionisti. Le competenze richieste includono una solida esperienza manageriale in diversi settori, conoscenze giuridiche e finanziarie approfondite, capacità di elaborare ed eseguire piani di rilancio complessi e relazioni consolidate con il sistema bancario, interlocutore primario nelle operazioni di risanamento.
In questo contesto, uno dei compiti più delicati è favorire il dialogo fra imprenditori e ceto bancario, cercando una sintesi fra interessi spesso divergenti nell'elaborazione prima del piano di ristrutturazione e poi nella sua implementazione.
L'imprenditore può dover gestire contrasti interni tra soci, soprattutto in contesti familiari multigenerazionali, mentre le banche operano in un quadro normativo rigido e con valutazioni economiche a volte distanti dalle aspettative aziendali. Il CRO agisce pertanto come una sorta di mediatore culturale, cercando di tradurre esigenze e linguaggi diversi e di promuovere un equilibrio tra le parti per favorire il buon esito del processo di
ristrutturazione, che statisticamente si conclude con successo solo nel 20% circa dei casi di CNC. Data la complessità del molo, i CRO costituiscono una ristretta élite di professionisti, talvolta con incarichi anche di amministratore, chiamati a gestire transizioni industriali e finanziarie ad alto rischio. L'effettiva riuscita della ristrutturazione nello spirito del CCII, che punta a preservare aziende, know-how, organizzazione e posti di lavoro in un'ottica di crisi come fase fisiologica richiede tipicamente un lavoro di squadra. Pur rappresentando
una sorta di «direttore d'orchestra», il CRO opera infatti insieme a team legali specializzati in insolvenza e advisor finanziari, con l'obiettivo comune di sviluppare e implementare piani di risanamento coordinati e credibili.
Il successo di un intervento si misura nella capacità di garantire, come nelle migliori opere, un «lieto fine» per creditori e impresa, attraverso un equilibrio tra rigore tecnico, sensibilità negoziale e visione strategica.
Gianmarco Nicelli
per concessione dell'Autore, MF 13 agosto 2025